Puglia rossa, 7 giugno 1919, numero 6

Rivista: Puglia rossa
Numero: 6
Data di pubblicazione: 7 giugno 1919
Pagine: 2
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L'errore dell'unità proletaria
L'errore dell'unità proletaria
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7 giugno 1919
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Partito Socialista Comunista
Soviet
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Italia
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Una _ convinzione molto diffusa, perchè rivestita delle ingannevoli apparenze del solito buon senso, è quella che l’unità delle organizzazioni economiche del proletariato sia una condizione favorevole o addirittura indispensabile per il successo della Rivoluzione. Si persegue quindi da molte parti la fusione dei grandi organismi sindacali esistenti in Italia. Noi vogliamo esprimere il nostro : pensiero al proposito, anche se ben diigonte dalle opinioni di molti Co BU 1 09 Oloar, ‘questa quistione una | Yuotirz pazialmente politica. / 9040457 oagunità corrispondereb- { j ON Oponibone, al “ bloceo , di ‘politiche che noi ire almeno a tre, cona ftale contenuto pro- : ftattico, che 1a loro non solo poco proba- = INCITE 1OI Uesiuerdule la _ causa dell’emancipazione proletaria. Un fascio delle forze sindacali del proletariato al di fuori dei dissensi politici sarebbe un fattore di nesqga efficacia rivoluzionaria, percle la dinamica della rivoluzione sociale esorbita dai limiti del sindacato professionale. Le crisi di sviluppo della società, sì presentino sotto l’aspetto evolutivo o rivoluzionario, hanno per attori i partiti politici nei ‘quali si riflettono le classi sociali. Negli organismi sindacali sì riflettono invece solo le categorie professionali. L’uomo partecipa alla vita sociale entro limiti assai più larghi di quelli della sua opera professionale, ed anche i suoi rapporti strettamente economici non si limitano alla sua posizione di produttore, ma si estendono alle altre sue attività di consumatore, direttamente interessato a tutti gli altri rami della produzione e dell’amministrazione . sociale. Specie nei momenti di convulsione sociale l’uomo fa valere. con la sua azione politica i suoi interessi, non quale membro di una categoria di produttori, ma di una classe sociale. | La classe deve considerarsi non ‘ come un semplice aggregato ‘di categorie produttrici, ma come un insieme omogeneo di uomini, le cui condizioni di vita economica presentano analogie fondamentali. l proletariato _ non è il produttore che esercita dati mestieri, ma ‘è l’individuo contraddistinto dal nessun possesso. di strumenti di produzione, e dalla necessità di vendere per vivere l’opera propria. Potremmo anche avere un operaio regolarmente organizzato nella sua categoria, che sia contemporaneamente un piccolo proprietario agrario o capitalista; e questi non sarebbe più un membro della classe proletaria. Tal caso è più frequente che non si creda. ì Non le confederazioni di organizzazioni di mestiere, ma i partiti socialisti comprendono dunque e rappresentano l’insieme d’interessi e di tendenze storiche della classe lavoratrice. La tendenza a sopravalutare l’azione dei sindacati è comune ai riformisti ed agli anarchici sindacaliTale tendenza avrebbe voluto avvalorarsi dalle contemporanee esperienze di rivoluzioni comuniste. Ma oggi siamo abbastanza informati per provare quanto più volte abbiamo asserito: che cioè l’azione rivoluzionaria è diretta da un partito politico, e il nuovo regime di rappresentanza proletaria è essenzialmente politico.  Dalla storia delle recenti rivoluzioni risulta che esse hanno trionfato, mediante l’affermazione, su tutti gli altri partiti avversari, del Partito Socialista Comunista, che, appoggiato da grandi masse proletarie, ha conquistato il potere ed ha formato i nuovi governi prima provvisori, poi definitivamente designati dal suffragio delle nuove rappresentanze. Dai documenti sulle costituzioni delle repubbliche socialiste si rileva che queste rappresentanze non si Jondano sul sindacato, Ja categoria professionale, la fabbrica, come molti si ostinano a rimasticare, bensì su circoscrizioni territoriali, che eleggono i propri delegati indipendentemente dalla professione degli elettori e degli :eletti. Nel nuovo assetto economico la proprietà e l’amministrazione di essa passano alla collettività, e non alle categorie produttrici. Î sindacati e le unioni professionali’hanno un compito affatto secondario: possono far proposte sulla disciplina del lavoro e le trasformazioni tecniche, sottoponendo tali proposte alla sanzione del sistema politico rappresentativo ed esecutivo. Essi sono molto meno arbitri delle propfn. aziende che non lo siano in regime capitalistico le cooperative di produttori_  ed è notevolissimo che il Governo dei Soviet russi ha ifo in linea di principio la socializzazione della stessa proprietà delle cooperative di lavoro. Caratteristica essenziale del regime dei Soviet non è dunque quella di essere un governo delle categorie operaie, ma un’ governo della classe operaia, ì membri della quale hanno Pesclusività del diritto politico negato invece ai borghesi. Quel tale operaio organizzato che fosse al tempo stesso un piccolo proprietario 0 -un piccolo rentier non sa- . rebbe elettore. Questo concetto del governo di classe, della dittatura del proletariato è la chiave di volta di tutta la visione marxistica del processo rivoluzionario

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Autori
Data articolo
7 giugno 1919
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Monaco
Versailles
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Mentre a Versailles si sta faticosamente rabbergiando l’Europa ed il mondo e. ci si dletta in una poca edificante schermaglia per soddisfare gli appetiti annessionistici delle potenze vittoriose, non sarà male che i socialisti volgano la loro at fenzione ai paesi dove per il Comunismo si lotta, si combatte e si muore. { Bisogna guardare in faccia la realtà; bisogna iconvincersi che la borghesia prima di riconoscere ed ammettere, volente o nolente, ia fine di un predominio che non ha ritotni, nulla lascierà di intentato per soffocare nel sangue gli sforzi di coloro che hanno saputo osare; bisogna cercar di mettere in pratica le nostre dottrine internazionalistiche procurando di portare il nostro sontributo di forza alla giovane internazionale che, sorta sgulle rovine fumanti di una-Becietà che ha ormal compiuto il suo ciclo sta dibattendosi con coraggio leonino fra mille difficoltà e mille nemici. Le notizie di questi giorni, se pure accolte con le dovute riserve, non sono confortanti, ]n Baviera i prussiani dall’elmo chiodato sono riusciti, sorretti dai più moderni mezzi di guerra ed a prezzo di gravi sa; crifici, ad apritsi il varco tra le file degli eroici difensori della Rivoluzione e ad entrare in Monaco contesa; in Ungheria pare che i rumeni abbiano avuto un po’ di sopravvento protetti sempre dall’Intesa. Ma i Soviet Ungheresi si sono difesi e si difendono eroicamente. In Russia l’Intesa sta intensificando i suoi sforzi per tentare, con l’aiufo della borghesia locale, di serrare la Grande Repubblica in una enorme morsa di acciaio che ne renda più lento a Versailles si sîa faticusamo__ , operanti rai e A) bene non cullarsi/troppo in un ottunism , facilone che non giova nè ai compagiò °c$2’ ù che stanno oftrendo la: vita all’ideale, né “’ a noi stessi. Gli augun e le attestazioni di solidarietà sono tutte ditime manifestazioni che de-/ notano l’avvenuta formazione di una coscienza e di una volontà collettiva, che si muove entro lo stesso campo in cui sta svolgendosi l’azione dei nostri compagni di Russia, di Ungheria e di Baviera; ma è chiaro ché nessun valido ed etffettivo aiuto portano ad essi che fanno la rivoluzione. Guai a permettere che nel cammino del divenire sociale si compiano passi a ritroso. Se è vero che l’avvento del Socialismo è ineluttabile, se è vero che le repressioni della borghesia e dei partiti pseudosocialisti non potranno. impedire l’ascesa delle classi proletarie verso la loro completa emancipazione, non è per questo meno certo che lo stretto dovere dei socialisti che intendono operare internazionalisticamente sia quello di impedire che , questa marcia verso la vera giustizia e la vera libertà venga ritardata e di ridurre al minimo il sacrificio di sangue proletario. Gli spartachiani di Germania più volte abbattuti, più volte sono ritornati con fede e con entusiasmo, alla rossa riscossa, E vi torneranno domani. Ma intanto più numerosa si fa la schiera dei martiri; ma intanto le sconfitte rincuorano la borghesia e le danno modo e tempo di chiamare a _ raccolta le sue forze, di coordinare i suoi piani, di intensificare la sua politica di disgregamento nei paesi che sono teatro della lotta suprema; ma intanto aumentano le difficoltà di attuazione del programma socialista. La Rivoluzione deve essere salvata. Quando essa è in atto deve trovar ‘non soltanto delle menti the la comprendano e dei cuori che riserbino ad essa tutti i loro palpiti, ma delle braccia che sappiano difenderla, che concorrano” a rompere il laccio col quale la borghesia tenta il .soffocamento del $ocialismo che intende sostituirla. E’ comprensibile la lotta dei borghesi minacciati; è doverosa quella. dei proletari che vogliono essere i liberatori : dell’umanità. Dellà solidarietà internazionale si debbono dare le ‘prove tangibili, della volontà di attuare la società novella, si deve oOîirire 1a dimostrazione che non lascia dubbi, che non permette critiche; è ora di îatti, non di parole. Quando il pericolo c’e, quando il nemico incalza, è dovere di fratelli non assistere inerti ed impassibili al compimento del fratricidio. Non è la Russia, non è la Baviera, non è l’Ungheria che chiama al soceorso. E’ l’Internazionale che fa sqiuillare pel mondo la sua martinella per essere assistita e difesa. Che fare dunque se non intensificare, completare con attività febbrile quella preparazione che ci offra garanzie di portare nel gioco della rivoluzione non un peso morto, ma una forza viva, efficace, pro- «isiva e gettarsi nella mischia e stendere ‘ pra delle frontiere scellerate la mano na ai compagni in lotta e dir loro: iamo anche noi? per l’internazionale, r il Sacialismo! Dalla teoria alla pratica! lle affermazioni ideologiche alle azioni five ‘ risolutive! Dall’astrattismo alla ià che non è ancora quiete e benesle, ma è ancora lotta e sacrificio. Fcco llo Ce ogg| occorre !, 

(Articolo senza titolo)
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Autore
Fulvio Sylva
Data articolo
7 giugno 1919
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2
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C.G.d.L.
De Capitani
Federzoni
Puglia rossa
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G È”*-. ..u (Ln congratularmi con Puglia rossa, che si è messa su una direttiva differente dai soliti giornali di provincia pieni di personalismi, di. pettegolezzi, di fole arrivistiche e si eleva a vera propagatrice del verbo socialista forimando le salde coscienze dell’avvenire plasmandole alla lotta e conducendole sulla retta via. Le alte quistioni che pone sul fappeto sono d’interesse vitale ed incombono problemi ardui specialmente su quanto riguarda il partito e ciò perchè ogni mente acquisti una certa elasticità o duftilità nel discernimento, delle cause che generano alcuni dissidi è dei mezzi da adottare pel conseguimento del fine. Nello scorso numero il compagno “ bolscevico ., ci ha dato uno spunto ed ha aperto una bella discussione su un argomento che, sebbene sia stato trattato con un pò d’irruenza, è di grande attualità, di alto valore poli tico e di interesse collettivo; e per ottenere un risultato giovevole, efîtettivo ed’atto ad una ben definita linea di condotta occorre effettivamente una discussione serena, obbiettiva è scevra di mene individualiste e che ognuno guardi il proleta- – riato che langue, la storia che precipita e la rossa dimane che… non è lontana. Insomma bisogna che cgnuno si uniformi al momento politico e che lo stesso “ bolscevico ,, non fravisi la ragione e che parta anclvegli da un concetto ex trapersonale e dottrinario e ragioni sociallsticamente e con dati di fatto senza. divagazioni e senza rettorica. Egli ha ben definito le tendenze degli Enti più in vista della politica proletaria nazionale, ma poi Îa un’amalgama delle diverse tendenze con i sentimenti che ispirano la DiIrezione del Partito verso le organizzazioni operaie, il sruppo parlamentare e le elezioni politiche. E mi spiego : Noi sappiamo che la tattica della-Direzione del Partito è prettamente rivolizionarla, come è dimostrato nell’articolo dî “ polscevico ., e che non desiste dall’azione energica che dovrà condurre il proletariato al governo del bene pubblico, (o dittatura proletaria come dit si voglia). Sappiamo pure che la stessa Direzione ha richiamato diverse volte il gruppo parlaimentare sulla condotta temita ìrwa?q «menti è che l’ha aspramente biasimato e sconfessato. Ci è noto anche che, se grien- {a le masse verso la C. G. d. L., è parchè quell’organismo rappresenta la massima organizzazione proletaria, ed ha grande affinità di idee e di programma col partito. Se attualmente puzza un pò troppo di riformismo perchè maldiretto, con Pinfusione di altri elementi più attivi;e più coerenti al momento, si potrebbe fare opera di rigenerazione. Dalle elezioni politiche non si può desistere fino ad un nuovo congresso perchè è nel programma del partito. E veniamo al bandolo della matassa. Tu, caro bolscevico, vieni qui a mettere il dilemma: Azione legalitaria o antilegalitatia, ed io rispondo: Rivoluzionaria; nel vero senso etimologico della parnlnì; Ti sembra un paradosso ? No! perchè la rivoluzione non si comanda, non si Risciplina, non si può decidere a scadenza e, quando ha rotto gli argini, non si più, nè il gruppo parlamentare potrà ginarla, nè j dirigenti della C. G.. L. potranpo ostacolarla | Checchè ne diffiuo i medavli HH iheccha e qunsin del partitg & sa; e {u, che Idl‘fiî’Îu…hn la sfilata? del . maggio, non dovresti temere l’influ&nza d’alcuu demagogo ghiacciato, il in cui la valanga incomincierà a precipitare ed a travolgere uomini e cose. Ma tu potresti ancora obiettarmi il perchè delle elezioni. Perchè per oggi la rivoluzione non è ancora avvenuta, nè il popolo si è scosso dal letargo, nè possiamo prevetlere quando avverrà il moto irruénto; e quindi il parlamentarismo varrà ancora come programma e come palestra per gridare ai quattro venti le vergogne della società attuale, varrà come controllo, come spauracchio dei diversi Federzoni e De Capitani, ed anche perchè i compagni deputati, valendosi del permanente, ‘avranno maggior agio di far propaganda a spese dello Stato e vi si potranno recare*con maggior facilità ove il bisogno richiede la loro opera. Serve anche per chiamare a raccolta lè masse e contarci bene. Cosicchè nessuna preocciupazione per l’elezione. Nè si deve sconvenire che in Italia non vi è quella preparazione che vi era nella Russia, perché qui non disponiamo ancora dei mezzi di offesa e di difesa, di cui il popolo Russo disponeva; ed a maggior ragione n0i non possiamo precipitare ‘gli eventi, perchè abbiamo. la nostra grave responsabilità. ” Riguardo aila C. G. d. L. accingiamoci a portare a compimento la fusione dei due organi principali (U. $. e C. d. L.) e così possiamo con maggior ragione dire che noi costituiamo un sol blocco senza scre – polature e rappresentiamo il piùt forte baluardo da opporre alle forze reazionarie. Se vi é qualche ambizioso nei due campi che é di ostacolo alla possibile realizzazione del grande ideale proletario, lo sìi mandi a spasso in compagnia di tanti altri che hanno voluto per tornaconti personali uscire dalle nostre file. E co: a “ Jacchè palaîrenieri, secondini, adepti cortigiani ecc…. ,, la rivoluzione nostra proletaria, comunistica, soviettista (se ti piace chiamarla così) si farà. Quando ? Non lo sappiamo, gli eventi si maturano ! Se il tempo vi sarà, faremo le elezioni; altrimenti è l’auguro, nomineremo Subito i Soviet. Ti sembra che non vi è alcun contrasto tra l’elezione e la rivoluzione 

Sindacato magistrale italiano
Sindacato magistrale italiano
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Data articolo
7 giugno 1919
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Sta per uscire Avaqnguardia Magistrale, organo del S. M. 1. Sarà l’espressione nuova di un audaciss!mo indîrizzo nuovo dell’attività dei maesiri che a sentono come la loro classe aeguisterà riconoscimento sociale ed economico soltanto con l’ascensione della scuola ia dignità di grande mezzo civile poichè questo miracolo trasformatore, creatore potrà essere compiiuto solamente dalla volontà collettiva dei Proletariati in margia verso il loro riscatto. Avanguardia Magistrole non recherà quindi nessuna tabe di vecchiume travettesco, di corporativismo miope o servile. Vivrà del possenie respiro della nuova storia, comunieherà col pernsiero precorritore dei maestri di tuiti i p: si, per allacciarne internazionalmente Vazione. Avrà-il vessillo al vento, l’anima aperta alla vita, perchè finalmente seuola e vila non siano pitt 1 termini contrastanti del passato per “maligrra volonta n!g; vilegi dominatori. II foglio del Sindacato dei Maestri dovrà @ssere accolilo come un fido compagno di battaglia da tutta l’Organizzazione economica politica dei lavoratori, poichè solo l’interessamento vivo della classe; più largamente interessata a crearsi la sua scuola potrà dare ai’ maestri la speranza della realizzazione dei loro programmi. Ai colleghi, alle Camere del Lavoro, alle Sezioni socialiste, ai Sindacati di mestiere affidiamo la vita e la diffusione di Avanguardia Magistrale. Abbonamento sostenitore L. 10 abbonamento ordinario per il corrente anno L. 3 Amministrazione e Redazione via Silvio Pellico, 8, Milano

Cronaca magistrale
Cronaca magistrale
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7 giugno 1919
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Sappiamo di istruzione date, per raccomandazione dell’Ispettore centrale, dai singoli Direttori agli Insegnanti. E vorremmo fare qualche rilievo un pò comico, per dimostrare che dal dire a fare &’è di mezzo.., il mare, che, come sempre si tratta di rettorica, di parole e nulla più. Dicono dunque le istruzioui di lavare i ra gazzi sudici nella scuola. Con che, di gra Senza catinella, sapone, asciugamani, acqua? Ebbene: vorrebbero insegnarci come si fa? Forse additeranno l’esempio di Diogene.. Dicono ancora, di raccogliere oggetti, formare un museo. trine, o gli scaffali, o almeno un armadio per riporre queste cose? Se non v’è posto per il registro giornaliero, per i quaderni usuali, per l’inchiostro? Se qualche insegnante è costretta a portare a casa tutti i giorni il registro e riportarlo per non aver dove metterlo ? Sembrano cose inverosimili e sono vere. Poi si parla di far passeggiate nei giorni Îestivi. E allora, il riposo festivo per gli insegnanti dove se ne va ? E’ pratico il pensare che le insegnanti lascino la casa, i loro doveri domestici e materni per la passeggiata scolastica ? E perchè le passeggiate scolastiche e le lezioni all’aperto, chè sono efficacissime, non si lasciano fare all’insegnante quando lo crede più opportuno, senza bisogno del crisima direttoriale, che {a abortire ogni iniziativa geniale? A Bari, seripré le dande devono avere gli insegnanti, sempre la via tracciata da due tiranniche rotaie ? Sempre un carcere dev’essere la scuola, per cinque ore consecutive per iolletti di sel o sette anni? sempre antiquata, rachitica, schiava delle forme e dei convenzionalismi ? Sempre a discrezione dei superiori, a parole modernissimi, a fatti, attaccati a viete, rancide tradizioni, ad abitudini secolari Oh, come mvxchanm i tempi di Vittorino da Feltre e la “Casa giocosa, pei nostri piccini! Vogliamo fare un altro rilievo. Se gli insegnanti che fanno scuola alle 15 devono avvertire in caso d’indisposizione prima delle otto antimeridiane, che avverrà ad es. se capita *m accidente alle dieci “0 a “mezzo*” giorno ? L’assenza sarà ingiustificata, dicono i direttori, ne sarà avvertito il Sindaco e si darà l’ammonimento ; poi… poi si vedrà. Può darsi quindi che all’insegnante imorto d’ accidente al mattino, capiti l’ammonimento nel pomeriggio per la sua trascuratezza ad avvertirne, prima delle otto. La direzione sezionale (posta magari all’ultima estremità del paese} Il caso è degno di studio. 

Sfogliando i giornali...
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7 giugno 1919
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Da unò dei tanti manifesti borghesi: < Per assicnrare a noi ed ai nostri }igli un migliore avvenire dobbiamo lavorare e produrre». — Chiede l’Avanti: « Chi deve lavorare e produrre? Chì deve apy priarsi il frutto del 1a Noi diciamo: tutti devd e produrre. Chi non lavo, non mangi: i frutti del mune devono essore di f miune. Non dej capitalist appunto il nostro ideale, il sosSali S/7710, — È politica da marionette, da cortigiani, da inguaribili schiavi, guella che s’infaiua di un uomo o di un alleato e gli si prosterna come a un idolo, sperandone i prodigi. È politica da cinematografo quella, che va pazza oggi per un numero, domani per un altro e plaude successivamente chiunque passa sullo schermo ; e fischia dopatiamant il beniamino di ieri. Noi viviamo, non fuori, ma sopra. — Voi vivete la vita del giorno per giorno, fate e disfale alleanze, suscitate ed abbattete feticci. Noi abbiamo un ideale fermo, un principio a cui teniamo fede: L’’Internazionale dei popoli — amici dî tutti i popoli; avversi a tutti i governi capitalistici. come i protezionismi doganali che. ne sonro causa ed effetto, dovessero scormparire (così come facevano sperare ì borghesi per far accettare gli orrori della guerrà) le questioni territoriali non sarebbero di nuovo balzate al . Se i grossi, armamenti, ora, ta evidente anche… primo piano della storia….. loro _ malafede, è agl’ ingenui : le cause dei conflitti permangano ed aumentano, anche dopo aver battuto l’imperialismo centrale. Solo la fine del regime capitalista segnerà la fine delle guerre.

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1919

Puglia rossa, 7 giugno 1919, numero 6

1 numero

Numero del periodico Data di pubblicazione Pagine Tag presenti nel numero
numero 6 7 giugno 1919 2 Partito Socialista Comunista, Soviet, Italia, Monaco, Versailles, C.G.d.L.

1921

Puglia rossa, 7 giugno 1919, numero 6

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numero 23 17 luglio 1921 4 Michele Catalano, Pasquale Barbera, Bari, Trani,

1922

Puglia rossa, 7 giugno 1919, numero 6

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